L’assurdità del rientro in rimessa dopo ogni singolo servizio è ILLEGITTIMA.
Così ha sentenziato la CORTE COSTITUZIONALE.
Dopo una bagarre alimentata dalla “malapolitica” e da falsità propagandate a mezzi stampa, la Corte Costituzionale mette una pietra tombale su un argomento assurdo per tutti (ad eccezione di chi ne faceva lucro) ma che era riuscito a passare sopra la democrazia parlamentare diventando legge con un “golpe” notturno mosso dagli stessi (partiti o pseudotali) che in altri settori, con analoghe problematiche (leggasi concessioni per stabilimenti balneari), si sono mossi in direzione diametralmente opposta.
L’imprenditorialità e la meritocrazia erano state messe sotto i piedi dell’immorale, oltre che illegale (ma su quello le scappatoie si sono sempre trovate), mercimonio di autorizzazioni.
E’ da anni passato il concetto che solo chi passa per le “forche caudine” di sindacati e cooperative (spesso sono la medesima cosa) pagando ad un signor nessuno (per il fisco), quello che in ogni campo si definirebbe “mazzetta”, abbia voce in capitolo.
Sono stati talmente bravi, coercitivamente, che ormai è convinzione popolare il fatto che si possano vendere e acquistare “licenze” (il termine adeguato sarebbe autorizzazioni ma viene poco utilizzato perché, etimologicamente, inviterebbe a riflettere…) e che addirittura sia l’unico modo lecito per poter esercitare la professione su un taxi e su un mezzo NCC.
Dei veri e propri “investimenti” in pratica, fatti però su concessioni pubbliche 🤔.
Addirittura qualche giornalista faceva notare che quell’ “investimento” (ci vuole coraggio per definirlo tale, soprattutto se si pensa a quante persone meritevoli e qualificate siano state “sorpassate a destra” in virtù di esso), spesso fatto a fronte di un mutuo, dovrebbe (udite-udite) essere tutelato.
Come se investimenti ben più consistenti (e soprattutto LECITI), come la formazione professionale, l’acquisto di beni strumentali e la regolarità contributiva (reale e non fittizia come testimoniano i video inchiesta…parte 1 parte 2), non valessero la stessa moneta.
Per meglio comprendere bisogna specificare che, a differenza di quelle Ncc, le autorizzazioni Taxi sono a tutti gli effetti autorizzazioni PUBBLICHE, in quanto relative ad un’ attività rivolta ad utenza indifferenziata e non fidelizzata.
Sono rilasciate per un servizio di piazza, obbligatorio e non contrattabile.
La chiamata da punti remoti sarebbe consentita solo verso colonnine poste sugli stalli.
Che poi si veda tutt’altro in giro come radiotaxi, possibilità di prenotare, prepagati ecc sono tutte forzature che si consentono ad una categoria troppo forte per gli equilibri di una convivenza democratica.
Qualcosa è anche comprensibile, il mondo si evolve e con esso la tecnologia.
Peccato però che quando la tecnologia deve riguardare la concorrenza (ncc) (che per natura dovrebbe esserne unica destinataria, in quanto operante esclusivamente su prenotazione e non tenuta all’obbligo d’esercizio), non s’ha da fare!
Il noleggio con conducente è un servizio pubblico ma si basa sulla soddisfazione e la fidelizzazione del cliente, pertanto l’autorizzazione dedicata acquisisce valore proporzionalmente alla professionalità del titolare.
Se il titolare di autorizzazione taxi non piace al cliente non interessa a nessuno. Qualora si trovasse primo nella fila il cliente che arriva è suo. La sua autorizzazione è rilasciata per esercitare in “piazza” e la sua utenza è indifferenziata. Il suo volume d’affari dipende da tutto (ambiente, attrazioni turistiche, interessi commerciali ecc) tranne che dal conducente. Si tratta pertanto, a tutti gli effetti, di un BENE PUBBLICO gestito da privati (ma fra la gestione ed il possesso ce ne passa; la cessione arbitraria dello stesso poi…).
Se passasse il principio di pagare a PRIVATI un’autorizzazione PUBBLICA per interessi PERSONALI, diventerebbe legale anche la compravendita di case popolari e di beni demaniali.
Un domani potremmo ritrovarci difronte al giornalista di turno che difenderà l’acquisizione (investimento), previa compravendita fra privati, di una casa popolare, in barba alle graduatorie.
Usando lo stesso approccio, non chiederebbe di indagare su come dei PRIVATI siano entrati in possesso di BENI PUBBLICI pagando altri PRIVATI.
Sarebbe addirittura dalla loro parte qualora volessero porre il veto sul rilascio di concessioni edilizie e su qualsiasi altra soluzione abitativa, perché aumenterebbero la concorrenza (che definirebbero sleale 😂) finendo così per incidere sul valore del bene da loro acquisito.
Magari poi gridano allo scandalo quando lo Stato, in altri campi, ricorre alle privatizzazioni🤦🏻♂️…
Verrebbe da ridere se fosse soltanto fantasia e non riflettesse pedissequamente quanto sta accadendo nel mondo del trasporto pubblico non di linea 😥.
Sarà difficile invertire la rotta visto che ormai è diventato “normale” tutto questo malaffare ma una cosa è certa:
L’assurdità del rientro in rimessa, dopo ogni singolo servizio, PRETESA ed ottenuta (a fronte di forti campagne elettorali) da chi deve difendere dalla concorrenza il frutto del proprio mercimonio (tollerato), è ILLEGITTIMA.
Così ha sentenziato la CORTE COSTITUZIONALE